LABS Contemporary Art è presente su ARTSY e fino al 12 Marzo 2023 sarà possibile visionare la mostra online "La natura dello spazio logico" un progetto presentato nel 2020 negli spazi della galleria e a cura di Angela Madesani.
Come sempre di fronte ai lavori di Giulia Marchi lo spettatore non può limitarsi a uno sguardo frettoloso. I suoi sono dei veri e propri percorsi culturali, più che meramente artistici, in cui ogni passaggio trova degli appigli e apre altre vie. Il riferimento è al filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, alla sua ricerca sullo spazio.
Per Wittgenstein il lavoro filosofico, come spesso quello progettuale in senso architettonico, è un lavoro su se stessi, sul proprio entrare nelle cose, nei problemi, nei fenomeni ma anche sul proprio punto di vista. Un concetto che interessa profondamente Giulia Marchi.
Un momento della mostra è dedicato ai Labirinti. Il rimando è a Borges, al suo labirinto, creato sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, su progetto dell’architetto inglese Randoll Coate, a venticinque anni dalla sua scomparsa. Il labirinto sull’isola ispirato al racconto Il giardino dei sentieri che si biforcano è una struttura portante della poetica dell’intellettuale argentino. In esso è un’immagine incompleta ma non falsa dell’universo. Si ritorna così al concetto di errore. Completa l’opera un dittico di matrici di Polaroid di grande formato con la geografia fisica dell’isola, elaborato dall’artista in camera oscura, come se si trattasse di un dipinto. Un procedimento questo fortemente legato all’esigenza della tattilità della conoscenza attraverso i materiali.
Altre immagini propongono le piante dello stesso in cui è possibile leggere il nome Borges oltre che rintracciare alcuni oggetti cari al poeta. Qui l’uscita coincide con l’ingresso. È un labirinto dove è impossibile perdersi, proprio come l’errore non porta alla menzogna, ma può essere foriero di verità.
In mostra sono, inoltre, quattro lastre di marmo sulle quali è inciso l’esametro virgiliano Ibant obscuri sola sub nocte per umbram. L’artista ha scelto di proporlo nell’errata versione di Jorge Luis Borges: Ibant obscuri sola sub nocte per umbras. È un errore voluto del poeta argentino che amava gli errori tanto da considerarli una prova di verità, sicuramente di umanità. L’errore è proprio della natura umana, anche quando tenta di avvicinarsi al divino. Una quinta lastra più grande reca la scritta Null, zero in tedesco, la lingua dei suoi filosofi. Come quando il gps va in una strada non censita. È lo spaesamento, è il non ritrovarsi.
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